La Camusso finalmente lancia la mobilitazione dei lavoratori
MARTEDI' 08 FEBBRAIO 2011 - La Stampa
di Marina Cassi
Era la sua prima volta a Torino da segretaria generale e il suo intervento - all’assemblea con oltre 600 delegati della Camera del Lavoro per organizzare la mobilitazione del 19 - è finito con un lunghissimo applauso e tutti in piedi - palco e platea - a cantare «Bella ciao».
Susanna Camusso - dopo aver detto che l’incontro governo-Fiat «arriva molto in ritardo rispetto alle nostre richieste» - ha appena chiarito quel che pensa sullo sciopero generale: «Non serve proclamare lo sciopero generale oggi e nemmeno tra qualche giorno. Serve sapere che quando potremo farlo lo faremo grande». Aggiunge: «Gli scioperi generali si preparano, non si proclamano ogni due giorni. C’è una grande necessità di costruire una grande mobilitazione. Ci daremo tempi e modi».
Nei quasi venti interventi che si susseguono in mattinata di delegati di ogni categoria la richiesta dello sciopero generale c’è; viene chiesto come sbocco di una mobilitazione che deve crescere. Tutte le categorie sentono i propri diritti sotto attacco e molti riconoscono ai lavoratori di Mirafiori che hanno votato «No» di aver svegliato la città e dato un esempio di coraggio.
La segretaria della Camera del Lavoro, Donata Canta, ne parla esplicitamente: «Se si parte da fermi si fa un salto di 20 centimetri; se si prende la rincorsa potremo saltare più in alto». È una metafora, ma il senso è chiaro: c’è la campagna di assemblee nei luoghi di lavoro su democrazia e rappresentanza, ci sono le iniziative delle categorie. E poi c’è la marcia per il lavoro del 19, che «non sarà un modo per fare l’elenco delle disgrazie prodotte dalla crisi, ma un modo per unificare lavoratori e studenti e prendere la rincorsa», spiega.
Canta si concede anche una delle sue rare digressioni politiche: «Ai partiti della sinistra che mi domandano quando fisseremo la data dello sciopero dico: mi piacerebbe che non rimaneste fermi, schiacciati su di noi, ma che metteste in campo iniziative e mobilitazioni». È sempre lo stesso tema, declinato in tanti modi nei giorni del referendum a Mirafiori: la latitanza della politica rispetto ai problemi del lavoro.
Non manca una polemica Fiom-Cgil. Canta nel suo intervento parla della manifestazione durante lo sciopero dei metalmeccanici, quando l’intervento di Enrico Panini era stato accompagnato dalla richiesta di gran parte della piazza di sciopero generale.
Dice: «Quella del 28 è stata una grande manifestazione, alla quale la Cgil e le sue categorie hanno partecipato in gran numero. Non abbiamo derubricato lo sciopero generale, ma puntiamo a costruirlo e, per questo coloro che lo hanno usato per contestare la Cgil hanno fatto un errore».
L’affermazione non è piaciuta al segretario generale della Fiom, Federico Bellono, che non ha parlato nella riunione perché gli interventi erano riservati ai delegati e non ai dirigenti: «Ho sentito cose che mi sembrano ingenerose verso i metalmeccanici. Da quella piazza straordinaria più che contestazioni sono venute domande alla Fiom e alla Cgil, che tutti insieme dobbiamo sapere interpretare».