DOMENICA 03 GENNAIO 2010 - la Tribuna di Treviso
di Paola Benvenuto
BELLUNO. Il successo di Luxottica in Cina? Alla guida dell’azienda un tandem italo-cinese, giovane, esperto e motivato. Massimo Vian, trentaseienne ingegnere veronese, responsabile Operations Luxottica Asia, gestisce gli stabilimenti Luxottica di Dongguan e uno di piccole dimensioni in India, nei pressi della capitale Nuova Delhi. Hemin Kong, quarantenne ingegnere di Nanchino, Master in International Business all’Università di Trieste, responsabile delle attività corporate di Luxottica in Cina Vian è arrivato stabilmente in Cina tre anni fa, dopo un anno e mezzo di vita da pendolare. Kong invece è in Luxottica dal 1999 e ha seguito la progressiva espansione delle attività. Luxottica è in Cina dal 1997 ed è una delle pochissime società italiane ad avere due stabilimenti di sua diretta proprietà. Si è dedicata da sempre al settore dell’occhialeria in metallo e dal 2005 con l’apertura del nuovo stabilimento produce anche montature in acetato di cellulosa. Ora lavorano nell’azienda oltre 5.000 persone e il 35% della produzione complessiva di Luxottica esce da Dongguan. La fabbrica sembra quasi un’università: da un lato gli stabilimenti, dall’altro i dormitori dei giovanissimi operai, in mezzo ci sono i giardini e i campi sportivi dove i ragazzi giocano nel tempo libero. «L’amore per la Cina - spiega Vian - è scattato durante i sette viaggi effettuati nel periodo in cui ricoprivo l’incarico di direttore tecnico del gruppo, basato in Agordo. Sono rimasto affascinato dal dinamismo di una nazione che si muove velocemente. Durante la mia gestione sono stati fatti forti investimenti per portare Luxottica verso un polo di eccellenza. Fino al 2004 in Cina si realizzavano occhiali molto semplici per una fascia di prodotto medio. La strategia a basso costo però non interessa Luxottica. Abbiamo così investito in automazione per raggiungere alti livelli. Il livello qualitativo della produzione cinese adesso è esattamente paragonabile ai massimi livelli degli stabilimenti italiani. La Cina si dedica a prodotti di fascia media, mentre l’Italia si occupa della fascia top. Vi è cioè una differenziazione su posizionamento dei brand da parte delle strategie dell’azienda. In questo momento di crisi globale mantieniamo un andamento lineare con risultati che lasciano ben sperare per il 2010». A Dongguan lavorano oltre 5000 dipendenti cinesi, e circa una quindicina di italiani con mansioni sia tecniche che gestionali. I due stabilimenti sono guidati da giovani manager italiani, mentre sono una quarantina i manager cinesi in posizioni chiave nell’organizzazione. La funzione di Hemin Kong è fondamentale. Ha gestito il settore business che ha fornito un’accelerazione ai rapporti con la realtà locale. Garantisce una linea di continuità nel percorso cinese di Luxottica. Conosce la lingua e la cultura italiana perché ha studiato e lavorato in Italia. «La collaborazione italo-cinese è importante - afferma Kong - serve flessibilità di valori e cultura per ottenere una buona condivisione. Sono responsabile di 7 dipendenti italiani che a loro volta gestiscono personale cinese. L’azienda inoltre promuove frequenti investimentimenti nel settore ambientale e della sicurezza. Ha appena vinto il primo premio concesso dal governo locale cinese: un finanziamento per le aziende high tech. Si è imposta sulle imprese cinesi e straniere presenti in zona, una bella soddisfazione».
(il grassetto è nostro)
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