SABATO 19 SETTEMBRE 2009 - il Gazzettino
di Raffaella Gabrieli
Piani industriali conosciuti e condivisi. Affinché le aziende, soprattutto le multinazionali, non siano nel Bellunese delle entità "fantasma" bensì dei soggetti protagonisti in prima persona della crescita del territorio provinciale. Tanto l’impresa manifatturiera quanto quella dell’occhialeria o del turismo. Un concetto, questo, che è stato il filo conduttore dell’attivo sindacale svoltosi ieri mattina al centro Giovanni XXIII. Segretari di categoria e delegati si sono ritrovati per fare il punto della situazione economico-produttiva del Bellunese alla vigilia della manifestazione generale provinciale "Contro la crisi" che si terrà sabato 26 settembre (concentramento nel piazzale della stazione alle 9 e comizio in piazza dei Martiri alle 9.30).
«Quattro i punti cardine del documento che presenteremo alla popolazione e ai
rappresentanti politici - ha spiegato Primo Torresin, segretario Cisl -: il rilancio dell’economia; il valore del lavoro contro precariato e licenziamenti; salari e pensioni dignitose e l’estensione delle tutele sociali; la salvaguardia della scuola e del servizio pubblico in montagna».
Un rilancio dell’economia, è stato evidenziato, che si deve basare sulla ricerca di soluzioni dentro le crisi di alcuni grandi gruppi industriali affinché le acquisizioni possano avvenire solo da parte di chi presenta piani industriali chiari e unanimi. «Inoltre - ha aggiunto Torresin - serve un piano concertato nei settori in difficoltà, quali la carpenteria metallica e la media occhialeria, in cui individuare fattori di rilancio in sinergia con le grandi aziende committenti. Così come auspichiamo dei poli di ricerca e innovazione nei settori del "freddo" e dell’occhiale per incrementare le opportunità di lavoro e sviluppo nel medio/lungo periodo».
L’edilizia, altro settore in affanno, per i sindacati dovrebbe essere legata a interventi diffusi nel territorio per un recupero ambientale/idrogeologico per un recupero del patrimonio abitativo e turistico in veste ecologica, attraverso piani di finanziamento pubblico/privato sulle opere pubbliche e sui servizi essenziali. Infine, ampio spazio dedicato al potenziamento del turismo, anche nelle mezze stagioni, e alle forme di energia alternativa.
E dopo un minuto di raccoglimento in onore delle vittime di Kabul, al via gli interventi del
pubblico. Il segretario di Feneal-Uil e comitato Inps Valerio Zannin, nel ricordare i numeri che contraddistinguono la crisi bellunese (ad esempio: «se le ore di cassa integrazione
autorizzate sono in calo è perché stanno aumentando sensibilmente i senza lavoro»), ha
ironizzato: «In Italia ci sono solo due persone a dire che l’economia va bene: Silvio
Berlusconi e Valentino Vascellari, presidente di Confindustria Belluno». Da parte sua Andrea Poliedri, rsu Safilo, ha detto: «Nella nostra azienda ci è cascato addosso un momento di grave difficoltà che nessuno si sarebbe mai aspettato. In termini generali chiedo degli interventi per incrementare i salari altrimenti le persone che accendono un mutuo solo per affrontare le spese quotidiane saranno sempre più numerose». E il collega della IdealStandard Mauro Segat: «La crisi del nostro stabilimento dipende solo per il 30% da quella internazionale. Il restante 70% è da attribuirsi a scelte sbagliate del management. Per il futuro di questo stabilimento non possiamo accettare 252 esuberi».
Le conclusioni dell’incontro, coordinato oltre che da Torresin anche da Renato Bressan
(Cgil) e da Paolo Da Lan (Uil), sono state portate dal segretario generale Cgil Emilio Viafora che ha apprezzato l’unitarietà, rara a suo dire in Veneto, con cui le sigle sindacali
scenderanno in piazza.