VENERDI’ 05 DICEMBRE 2014 – Il Venerdì di Repubblica
di Raffaele Oriani
AGORDO (BELLUNO) “Finché c’è il nonno, non abbiamo paura di niente”: la signora va di fretta, il turno è finito, la corriera sta partendo, ma il messaggio è chiaro. Con un piede già sul predellino, una collega assicura che “il nonno è tutto d’oro”, mentre un’altra precisa che “sui dirigenti non mettiamo la mano sul fuoco, ma del nonno ci fidiamo tutti”. […]
[…] Ma dopo un decennio da record, lo scorso agosto l’amministratore delegato Andrea Guerra ha lasciato il gruppo. Un mese dopo se ne è andato anche il successore Enrico Cavatorta, mentre dalle segrete stanze cominciavano a trapelare sussurri, voci e poi grida di contrasti all’interno della famiglia Del Vecchio. […]
[…]”Sono avvicendamenti fisiologici, siamo tranquilli” dice Luigi Dell’Atti, il delegato sindacale più votato alle recenti elezioni della Rsu. “Il problema è già avviato a soluzione” ribadisce Giuseppe Colferai, che per
[…] Qualche mese fa, alle dimissioni di Andrea Guerra, la fabbrica ha avuto un fremito di entusiasmo. “Era tutto un dirsi: vedrai che torna il nonno!” ricorda ora Dell’Atti. Se non fosse che è il sindacalista più popolare della conca (“E pensi che sono terrone di Lecce in mezzo a migliaia di montanari” se la ride) verrebbe da pensare che ha sbagliato mestiere. Ma allora qual è il segreto di quest’impresa che può contare sui rappresentanti dei lavoratori come fossero testimonial pubblicitari? […]
[…] Da 46 anni Francavilla condivide ogni decisione, ogni successo e più di qualche stock option con il mito Del Vecchio: “Nel ’68 mi chiamò per fare il capofficina: allora ero operaio in Svizzera e non avevo la più pallida idea di cosa volesse dire fare il capo”. Ha imparato in fretta, ma ha imparato a modo suo. “Ai nostri lavoratori abbiamo sempre offerto una lira più degli altri” dice come se confidasse piccoli trucchi di cucina.
Il giorno prima, al Bar Centrale di Agordo, Luigi Dell’Atti ci aveva parlato del sistema di welfare concordato dal sindacato […]
[…] Francavilla dice solo “Possiamo fare di più”. Vorrebbe per esempio che il trasporto dei dipendenti fosse a carico dell’azienda. […]
[…] da qualche anno anche in Luxottica si ricorre alle agenzie interinali. Nonostante siano in crescita anche i contratti a tempo indeterminato, un buon 9 per cento della manodopera italiana è precaria. “Troppi” sibila Francavilla. I suoi manager provano a spiegargli che è un male necessario per salvaguardare il dinamismo aziendale. “Troppi” risibila Francavilla. […]
[…] “I nostri dipendenti devono essere contenti del lavoro che fanno”. Sarà per questo che in Luxottica nessuno ricorda l’ultima ora di sciopero […]
[…] Torniamo quindi a Dell’Atti e lo sfidiamo a trovare un sintomo di crisi. Ci risponde che effettivamente per molti è difficile, perché “non tutte le famiglie hanno marito e moglie in Luxottica”. Come sindacalista ha successo, come testimonial è una bomba. […]
[…] Chiediamo a Luigi Francavilla se condivide lo stile di comando di Sergio Marchionne. Diventa ancora più laconico del solito: “Assolutamente no” Poi fa una lunga pausa. Si toglie gli occhiali, e ribadisce: “Assolutamente no”.