Dopo la manifestazione regionale del 7 Novembre a Treviso, replicheremo il 14 Novembre
con una grande manifestazione nazionale a Roma dove, già da due settimane, nelle maggiori piazze della Capitale, si alternano con un presidio continuo, centinaia di realtà aziendali in crisi provenienti da tutta Italia.
Ci sforziamo di far vivere sia le singole vertenze aziendali, sia la situazione più in generale nella quale rientrano tantissime piccole realtà che non trovano spazio nelle cronache prese, troppe spesso, a raccontare quella che all’estero definiscono una vera e propria soap opera tutta italiana.
A metà settembre avevamo pubblicamente denunciato la mancanza di risorse ed i ritardi per la Cassa Integrazione in Deroga che riguarda soprattutto la piccola impresa. Accusati di fare del terrorismo e di fornire dati non veritieri, oggi la situazione è peggiorata. I 50 milioni di euro previsti dall'accordo di fine settembre tra Regione e Ministero del lavoro, non sono ancora disponibili e, sulla base delle richieste delle aziende, a metà novembre saranno già esauriti.
Nel frattempo, secondo i dati forniti dalla stessa Regione Veneto, a fine ottobre 2009 le domande presentate dalle imprese sono state circa 8000, i lavoratori interessati oltre 40.000, salvo poi bloccarne, da metà Ottobre, l'autorizzazione per mancanza di risorse congelandole così per oltre 20.000 lavoratori di cui 1.100 della nostra provincia. A ciò aggiungiamo i forti ritardi nei pagamenti della Cassa integrazione straordinaria e straordinaria in deroga per i quali le intese regionali concordate con noi e con gli istituti bancari, che dovrebbero consentire l’anticipo del pagamento ai lavoratori coinvolti che oggi si trovano a dover aspettare mediamente tra i 4-5 mesi prima di ricevere i sussidi dall’Inps, non hanno ad oggi nessuna reale applicazione nonostante che la Regione Veneto ne dichiari l’operatività . Per questo insistiamo, anche in commissione tecnica provinciale, costituita allo scopo di produrre un meccanismo certo di anticipo dei trattamenti, di accelerare i tempi perché troppi sono i lavoratori che stanno aspettando come bene sa l’Assessore al lavoro De Gan. Lo abbiamo ribadito anche mercoledì scorso nella commissione, presieduta dallo stesso assessore, nella quale per l’occasione erano presenti anche alcuni Istituti Bancari. Questa è una sfaccettatura di un prisma che presenta situazioni sempre più complicate. Lo diciamo perché pare che qualcuno sia interessato a fornire dati che hanno il solo scopo di edulcorare una realtà severa.
I riferimenti alle richieste di Cassa Integrazione e al loro utilizzo, forniti da centri che elaborano paghe di natura privata legati ad alcune associazioni imprenditoriali, non solo sono parziali per loro natura, ma rischiano di essere troppo schiacciati ad interessi di parte.
Facciamo inoltre, notare che se è vero che registriamo un sensibile rallentamento delle richieste di cassa integrazione, che rimane comunque molto superiore allo scorso anno, lo si deve ad un solo motivo. Molte delle aziende che prima ne facevano richiesta hanno deciso di non utilizzarla più per essere arrivate alla conclusione del periodo massimo di utilizzo o per avere scelto di procedere ad un altro strumento: i licenziamenti.
Ci sforziamo di far vivere sia le singole vertenze aziendali, sia la situazione più in generale nella quale rientrano tantissime piccole realtà che non trovano spazio nelle cronache prese, troppe spesso, a raccontare quella che all’estero definiscono una vera e propria soap opera tutta italiana.
A metà settembre avevamo pubblicamente denunciato la mancanza di risorse ed i ritardi per la Cassa Integrazione in Deroga che riguarda soprattutto la piccola impresa. Accusati di fare del terrorismo e di fornire dati non veritieri, oggi la situazione è peggiorata. I 50 milioni di euro previsti dall'accordo di fine settembre tra Regione e Ministero del lavoro, non sono ancora disponibili e, sulla base delle richieste delle aziende, a metà novembre saranno già esauriti.
Nel frattempo, secondo i dati forniti dalla stessa Regione Veneto, a fine ottobre 2009 le domande presentate dalle imprese sono state circa 8000, i lavoratori interessati oltre 40.000, salvo poi bloccarne, da metà Ottobre, l'autorizzazione per mancanza di risorse congelandole così per oltre 20.000 lavoratori di cui 1.100 della nostra provincia. A ciò aggiungiamo i forti ritardi nei pagamenti della Cassa integrazione straordinaria e straordinaria in deroga per i quali le intese regionali concordate con noi e con gli istituti bancari, che dovrebbero consentire l’anticipo del pagamento ai lavoratori coinvolti che oggi si trovano a dover aspettare mediamente tra i 4-5 mesi prima di ricevere i sussidi dall’Inps, non hanno ad oggi nessuna reale applicazione nonostante che la Regione Veneto ne dichiari l’operatività . Per questo insistiamo, anche in commissione tecnica provinciale, costituita allo scopo di produrre un meccanismo certo di anticipo dei trattamenti, di accelerare i tempi perché troppi sono i lavoratori che stanno aspettando come bene sa l’Assessore al lavoro De Gan. Lo abbiamo ribadito anche mercoledì scorso nella commissione, presieduta dallo stesso assessore, nella quale per l’occasione erano presenti anche alcuni Istituti Bancari. Questa è una sfaccettatura di un prisma che presenta situazioni sempre più complicate. Lo diciamo perché pare che qualcuno sia interessato a fornire dati che hanno il solo scopo di edulcorare una realtà severa.
I riferimenti alle richieste di Cassa Integrazione e al loro utilizzo, forniti da centri che elaborano paghe di natura privata legati ad alcune associazioni imprenditoriali, non solo sono parziali per loro natura, ma rischiano di essere troppo schiacciati ad interessi di parte.
Facciamo inoltre, notare che se è vero che registriamo un sensibile rallentamento delle richieste di cassa integrazione, che rimane comunque molto superiore allo scorso anno, lo si deve ad un solo motivo. Molte delle aziende che prima ne facevano richiesta hanno deciso di non utilizzarla più per essere arrivate alla conclusione del periodo massimo di utilizzo o per avere scelto di procedere ad un altro strumento: i licenziamenti.
Siamo, infatti, arrivati a più di 8.000 lavoratori iscritti al collocamento con un tasso di disoccupazione che supera il 10% sapendo che molti, non si iscrivono neanche più.
Questo ci viene confermato dal trand delle assunzioni. Nei primi nove mesi dello scorso anno erano state 24.690, mentre oggi siamo a 18.233 cioè -6.457 che è esattamente il 26,2% in meno delle assunzioni totali. Sempre nello stesso periodo gli inserimenti nelle liste di mobilità dei lavoratori licenziati che hanno i requisiti per entrarci sono passati dai 651 ai 935 con un aumento del 43,6%. Questo determina uno stato di disoccupazione di lungo corso nella quale finiscono prima i sussidi e poi le speranze. Gli stessi lavoratori precari con le Collaborazioni a Progetto non hanno ancora visto un solo euro nonostante le intese regionali che abbiamo sottoscritto sempre con la Regione veneto. Ma dove sono finiti i tanto sbandierati 8 miliardi di euro che dovevano essere destinati per estendere gli ammortizzatori? Anche sulla tanto dichiarata quanto presunta ripresa ci sarebbe molto da
dire. Ci limitiamo solo ad osservare, per brevità, che la ricchezza prodotta nel nostro paese subirà un tonfo di quasi 5 punti di PIL che si aggiunge al punto perso l’anno prima.
Che il riassorbimento occupazionale si determina quando la crescita si aggira tra il 2/3%.
Pertanto anche l’anno prossimo continueremo perdere posti di lavoro come la commissione europea ha previsto sulla spinta di una previsione di crescita dello 0,7% per il 2010. Il noto economista Premio Nobel Joseph Stiglitz, uno dei pochissimi ad aver detto per tempo che i mercati finanziari stavano crollando denunciando le ragioni poco nobili di quel crollo con conseguenti disastri economici per l’economia globale, consulente della Casa Bianca e richiesto attualmente anche dallo stesso Presidente francese Sarkozy sostiene che non si può continuare ad essere prigionieri del PIL come unico parametro di misurazione del benessere e che bisognerebbe introdurne anche altri a partire dai livelli di disoccupazione. Vuoi mai che Stiglitz abbia ragione? Noi le manifestazioni le facciamo anche per questo perché sennò qui tra un po’ qualcuno verrà a dirci di pagare più tasse perché c’è la ripresa.
Il Segretario Generale Cgil (Bl)
Renato Bressan
Il Segretario Generale Cgil (Bl)
Renato Bressan